venerdì 19 dicembre 2008

Tanti auguri a me!!! :)


Oggi è il mio compleanno. I miei primi e ovviamente ultimi 28 anni.
Mi piace come numero il 28, mi piace il suono della parola...ti riempie la bocca.
Immagina a dire "per favore dammi 28 pasticciotti", ti si gonfiano le labbra a dirlo.
Forse ho fumato troppo stasera con cumparema Baccano, era anche il suo compleanno eh...Bhe lui è nato il 18 mentre io il 19, ma ci togliamo sono 6 ore di differenza.
noi ci chiamiamo fratelli, ed infondo è vero. Tnati auguri Bacca!!

Si bel suono...ma cazzo se si sta invecchiando...i 30 sono li che mi chiamano.
Viiiiiieeeeeeniiiiii daaaviiiideeee.....viieeeniii a giocare con nooooooiiiiiiiiiii!!!!!
TIE!!! ti rispondi, ci vediamo tra due anni e non mi rompete le sgniffere!!

martedì 16 dicembre 2008

12 novembre. Saluto A'dam e vado in Belgio

Ciao ciao Amsterdam
La stazione è un altro posto dove è facile fermarti e pensare a cosa hai fatto prima.
A Ferrara spesso ero seduto al binario a ripassare mentalmente tutto l’esame che avrei dovuto fare di li a qualche ora. Altre volte invece ripassavo cosa avrei voluto fare una volta arrivato a Lecce.
Qui ad A’dam non ci sono tante panchine...il pavimento è un po’ freddo ma mi sveglia anche...si rimango qui niente panchina.
È tutto giallo e blu, ma non sono i colori della Svezia? Bho, sempre nordici sono!!

Cosa ho fatto prima di sedermi su questo freddo pavimento? Che mi rimane di Amsterdam?
Bhe..il suo elemento è l’acqua, in tutte le sue forme. Pioggia, mare, fiume, dolce, salata, la brina.
Ricorderò che non è solo una città di droghe e sesso, e può davvero non esserlo.
Le camminate nel centro ti rilassano, è facile perdersi, ma è difficile non ritrovare la strada che cercavi.
Non ci sono macchine ed i rumori sono solo quelli della catena delle bici. È come abitare in città ma vivere in un paese.

Le case sono tutte storte, ma quel gancio enorme sulla facciata di ogni palazzo forse mi da una risposta.
Visto che le case si sviluppano in altezza, più che il larghezza, tutte le scale della città sono in realtà delle scalate. Non è bello quando lo zaino da campeggio tocca il soffitto, ti blocca la discesa, e appeso al collo hai la borsa con 10 kili di macchine fotografiche, tra qui l’obiettivo nuovo che ancora devo provare...decisamente non è bello. Credo che un palo da vigile del fuoco sarebbe più sicuro oltre che divertente.

I tram che meraviglia...a che serve la macchina.

Tutti parlano almeno tre lingue. Olandese, inglese e quella del proprio paese. Dal banchiere a Michele di Palermo che vende hot dog davanti la stazione centrale. Lui addirittura conosce la barzelletta dell’osso tra il cane leccese e quello barese. Questa è globalizzazione!

Mi rimangono i sorrisi delle persone. Sono tutti sempre allegri e gentili. Sono accomodanti.

Ma soprattutto mi ricorderò che è la città perfetta per essere da solo. Sei tranquillo, nessuna paura, sono tutti come te, vogliono solo divertirsi, e poi l’erba ci rilassa tutti.
In ogni caso non è la città che più mi ha entusiasmato, non c’è molto da vedere. Diciamo che si vive molto.
È proprio una città da vivere. Se qualcuno mi chiedesse un consiglio su A’dam, gli direi di provare a non essere solo un turista da Koffieshop, ma sentirsi come uno studente che oggi non ha proprio voglia di studiare...una camminata in centro e magari una canna è molto meglio di Nietzsche e la teoria del superuomo.

Anversa
Davvero bella, forse un po’ commerciale. E’ questo il tipo di città che vuoi vedere quando sei nell’Europa del nord. Le case di legno, che per essere belle devono essere un po’ sporche e rovinate. Lo stile è quello tedesco del '500/'600, palazzine alte alte, dritte che finiscono in punta, spesso con dei merli simili a quelli dei cestelli.
Ho speso solo due ore, sicuramente poche, ma questo avevo, dovrei tornarci, anzi ci torno.

Il Belgio mi attira, non so perché ma da qualche anno ho il desiderio di fare un giro. E’ che forse non se ne sente mai parlare. Che succede il Belgio? Belle notizie? Brutte? Cosa?
In pochi l’hanno visitato, anche tra gli inglesi, che invece vanno ovunque nel mondo. Non sono molto organizzato come lo ero per A’dam, nessun piano d’azione, so poco. Quello che so è che fa freddo e ci sono delle ottime birre rosse. Ok mi basta!

Sono in treno per Brugge.
Nuovo giro, nuova avventura…

Brugge
Si l’ho detto tante volte, e ne sono certo, lo dirò ancor...ma questa città è la più bella che ho visto.
Ignoro di come si presenti alla luce del sole, ma di notte non può essere più romantica di così.
Il gioco ed i riflessi sui canali sono incredibili. Essendo piccola è anche facile e veloce da esplorare.
Vorrei che la luna non tramontasse, sempre così, sempre di notte. Per una volta il sole potrebbe dormire no?
Lasciamela al buio
Voglio ricordarla così

domenica 14 dicembre 2008

11 novembre. Amsterdam: Kees Scherer e le birre


Amsterdam
Credo che il tempo mi prende per il culo.
Se entro a fumare, o in un museo smette di piovere, appena esco e tiro fuori la macchina riprende a piovere.
Ma fanculo.
Questo è il mio ultimo intero giorno ad A’dam. Ho fatto tutto quello che volevo, mi manca solo il giro in barca…più tardi nel pomeriggio.

Oggi vedo in bianco e nero, scatto così.
Tanti colori si trovano camminando per la città. Insegne enormi dei ristoranti, le foglie degli alberi, i colori delle persone e dio solo sa cosa si può trovare dentro e fuori dai KS.
Sono stanco dei colori. È’ nuvoloso e piove, la giornata perfetta per foto in bianco e nero.

Kees Scherer è un fotografo di A’dam durante gli anni ’50.
Il naso un po’ cicciotto, fronte larga ed un espressione da banchiere svizzero, ma come ha usato il bianco e nero è da grande esploratore.

La torre Eiffel, il mio grande amore...si vedono appena i quattro grandi piedi, ma è tutta li in quella pozzanghera, con i bimbi che giocano sullo sfondo. Riesci a visualizzare la torre per intero, non capisci neanche che quello è solo un riflesso, la vedi ma non c’è...che magia...che foto.
Farò ricerca su di lui, voglio sapere di più.

E a lui ed alla sua A’dam che gli dedico un giorno senza colori...voglio essere per un po’ come lui...voglio vedere come Kees.

Ore 5.50 pm
Il Gollem è tra i pub più belli che abbia mai visto. Piccolo e appeso c’è di tutto, ma nessuno stile in particolare. Bottiglie , bicchieri e sotto bicchieri sparsi ovunque, anche sul soffitto.
Ha troppe birre da provare. Solo per leggere la lista mi servirebbe una giornata.
Barista help me!
La vincitrice è la Charles Quint la fanno a Ghent in Belgio…è nel mio programma.
Dio quanto è rossa, sembra coca cola...si ma troppa schiuma in Olanda eh!
Che delizia di birra. Corposa, con un retrogusto di miele…così fresca poi è un piacere da bere. Ti scalda con il suo sapore anche se fuori il vento ti fa sentire ubriaco..non si riesce a camminare dritto.
Mi piace la birra, specie quella rossa, non si beve e basta, si respira anche. È’ un gusto completo, naso e bocca. Che piacere!
Infondo sono solo le 6, potrei bere un’altra pinta no?

Viaggiare da solo è strano. Non dipendi da nessuno, ma spesso vorresti esserlo. Quello che vivo lo condivido con questi fogli, a qualcuno devo pur dirlo no?
Se seguo i miei ritmi non ho alcun problema. Cammino fino a quando mi fanno male i piedi, e starmi dietro non è facile, bevo e fumo ogni volta che ne ho bisogno. Quello che è importante è che faccio tutto quello che voglio quando lo voglio.
Ma quando arriva la sera, sarebbe bello fermarsi e parlare con qualcuno.
Questa non era una vacanza da fare amici, non l’ho mai detto. L’ostello ti porta a questo, ma non è quello che cerco.
Ieri ero in paranoia dura per colpa dell’erba...mi sentivo uno sfigato perché dormivo invece di conoscere gente...ma fanculo, sto bene così. Oggi ho girato molto ed il freddo mi ha distrutto. Se faccio amici, bene ma altrimenti va bene uguale, non vedo problemi,mi diverto così...si, ma mai più quell’erba prima di dormireeh, MAI PIU'!!

La birra è finita, tempo di andare...voglio una canna, un ultimo giro in centro e poi casa. Domani vado in Belgio...sarà diverso da...qui mi fermo e fumo, li mi fermerò e berrò!:)
Le birre belghe sono molto famose, e cazzo solo per un giorno mi perdo il festival della birra a Brugge, la città dove ho l’ostello...ok...poco male...me ne faccio uno personale. Di necessità virtù



Ore 9.30 pm
La luce in questo Koffieshop è davvero bassa, vedo appena il foglio, ma per un po’ andrò avanti.

Sono bravo o sono normale, forse per alcuni pazzo, non lo capisco...non lo so. Da solo ad A’dam, chilometri di canali che mi consumano le suole, senza una metà ma sempre in cerca di un perché...

Alzo le braccia al cielo
Il vento è libero tra le mani
La pelle è tirata dal freddo
Sono felice con me stesso
...felice per me stesso...

martedì 9 dicembre 2008

10 novembre. Amsterdam. Il Cuyptmarket e i Koffieshop

Amsterdam
Credo che i musei servono sempre, hanno bisogno di esistere. Puoi anche passare poco tempo, non importa, ma devi sapere cosa c’è stato prima.
Il Van Gohg è il mio preferito. Non sono mai stato un grande patito di arte, ma i musei mi piacciono. Questo è grande abbastanza da non annoiarmi, anche se è lunedi mattina e fuori c’è una pioggia inglese, è pieno ma non affollato, si gira facile. Ma devo ammettere anche che le opere di Van gohg mi sono sempre piaciute, perché è fuori dagli schemi. Che bello il suo autoritratto.
Come è possibile che delle linee verdi rosse e blu, riescano a rendere vivo un volto? È incredibile.
Poi le linee intorno al volto ne creano il movimento.
Il Guernica di Picasso rimane il mio preferito, ma questo...questo mi ipnotizza.

ore 15.40
I mercati non hanno geografia. Sono uguali in tutto il mondo. Più è grande più si trova, ma trovi anche tanti doppioni.
Il Cuypmarket è così, poco caotico, forse il tempo ha bloccato a casa tanta gente, non me!
Ti accorgi subito che A’dam è davvero un città multirazziale. C’è di tutto. Arabi, asiatici, africani, le loro facce si mischiano, sembrano tutte le stesse dopo un pò. Questo è il mio mondo è così che mi piace. Tutti insieme, non ha importanza da dove vieni e cosa mangi, sei mio fratello anche tu. Voglio bene a tutti, non mi piacciono le differenze, le categorie.

(dirlo ogni giorno e non farla rimanere solo una strofa. Simu salentini te lu mundu cittadini!)

Cos’è il Suriname? No, la domanda giusta è dov’è il Suriname. È’ uno stato da qualche parte in America centrale. Il nome lo avevo sentito un paio di volte, ma la sua cucina mai.
Allora oggi si va in Suriname.
La via che incrocia la strada del Cuyptmarket, trovi almeno quattro ristoranti diversi di cucina Surinamese(?), ho scelto il Ah lung, il nome mi piace! ed è il più economico visto le mie tasche.
Ho bisogno di verdure e riso. Sono sicuro che il Tjap tjoi kipfilet è quello che mi serve.
Vediamo che mi porta il cameriere...che stranamente ha una faccia asiatica, tipo vietnamita, cambogiano o qualcosa del genere...ma non dovevo andare in America centrale? Bho!
Si si è proprio riso e verdure! Depurazione. Buono però!
Ma questa salsina gialla cos’è?
Dall’odore sembra tipo mango con spezie. Bho, ma se sta sul tavolo è da provare.
...bhe diciamo che un po’ dolcEEEEEEEHHHHHH!!!!!!! Dio mio ma è piccantissima altro che dolce...oh mamma non respiro...Caldo caldo!...la gola in fiamme ma la bocca è ok...ma che cazzo è?...porca, altro che soverato. Ahi ihai...ok è passato...solo due minuti, ma intensi.
È quest’altra salsina rossa? Che fai non la provi? Ok…prepariamoci..... ...... ... .. .. E’ PIU’ PICCANTE DELL’ALTRAAAAAAA!!!!!!!!! Iutateme!
Cameriere un po’ d’acqua…no che frizzante o naturale…rubinetto va benissimo, non vedi che non ho soldi?
Va bene..io torno in Suriname, il piatto mi è piaciuto, ma poi che glielo dice al mio culo che deve cacare spazzole?

I Koffieshop
Non ancora una parola su KS, com’è possibile?
Quando entri è il paradiso, l’odore è incredibile.
Nei ristoranti, passi tra i tavoli, e profumi lasange, arrosto misto, patate al forno…nei KS invece white widow, doppio 0, blueberry.
Da dove inizio...DOVE???
Qui sei parte del tutto, sei perfettamente integrato...non sei dietro il ristorante al freddo, dove ogni persona che passa nascondi la canna dietro la schiena. Sai che nessuno ti romperà mai i coglioni, che non dai fastidio a nessuno.
A dire il vero ho fumato anche meno di quanto immaginassi. Due o tre al giorno. Il fatto è che sono li, puoi andare dentro quando vuoi, non senti di dover cogliere il momento al volo, fumare più canne possibile, perché questo furgone che ci nasconde andrà via tra un po’.
Puoi scegliere quando andare.
...proviamo la super skunk o dentro alla Nieuwe kerk?...un po’ di religiosità prima e poi la canna...tanto mica mi scappi. Poco importa che la chiesa era chiusa per tutto l’inverno e quindi ho provato la skunk prima del previsto...è il concetto che conta...il concetto!!
Per me è l’esempio che la legalizzazione funziona. Nei KS trovi più italiani ed inglesi che olandesi, questo significa turismo, soldi che entrano, spesi per migliorare la città, non vogliono sembrare il paese dei balocchi per drogati e puttanieri.
I tram sono perfetti sempre in orario, non c’è traffico, l’aria è pulita la città è pulita.
Vai ad A’dam e pensi alle canne e alle donnine e credi di trovare solo ubriachi, gente che fa a pugni, drogati, pericolo...e invece è più tranquilla di Zurigo.
La gente sembra felice e rilassata. Anche gli Amsterdammesi (?) non sono assolutamente preoccupati di quello che gli succede intorno. Giocano a palla con il bambino davanti una vetrina nel quartiere rosso, e se passa una comitiva che ride per l’effetto del THC, non ha quasi nessuna reazione. Né ti guardano e ridono né si sentono infastidite perché magari gli passi troppo vicino. Per loro sei un passante come un altro
Dovrebbe essere legale ovunque.
Se vivessi qui forse neanche andrei a fumare ogni giorno, diventerebbe troppo un'abitudine. Come allo stesso modo non bevo birra ogni giorno, eppure l’adoro.

venerdì 5 dicembre 2008

9 novembre. Ad Amsterdam

Amsterdam

La prima volta che dormi in un ostello, impari subito una grande regola…dormire è un optional.
I ragazzi sono troppo sfondati per non fare casino.
Luci dimenticate sempre accese, voci alte e russare ancora più alto, coppie che amoreggiano, gente che cade e gli altri che ridono.
Si dorme a frazioni di tempo di 15/20 minuti, poi svegli per 5 minuti…poi di nuovo dormire per un altro quarto d’ora fino a quando non entrerà nuovamente qualcun altro in stanza. Si va avanti così fino alle 5 di notte, poi finalmente pace fino alle 9.
Ti svegli la mattina e pensi…ma cazzo, ho dormito o no? Bho…non c’ho capito molto. Forse tre ore le ho fatte…aahh…fame, fame…dio che fame, mi devo alzare anche perché la fibbia della cintura mi da fastidio…COSA?…fuck ho su ancora i jeans…vabhe dai, allora sono già pronto per partire, yeah!

Alla colazione capisci un’altra grande regola. Gli italiani non ci vanno mai negli ostelli…MAI!
Al 90% si parla inglese, un 4% francese e spagnolo, e poi un 2% di miste. Polacco, portoghese, qualcosa tipo paesi nordici e poi…io!!
Che ridere!!!
Ok, mangiare…uovo sodo da energia, pane per l’inchiummu, latte mi da le proteine per sopportare il freddo…ma che schifo questi coco pops…basta!
Un bicchiere di succo d’acqua con distratta aggiunta gusto pesca, è quello che ci vuole.

Pianifico la giornata. Sta città è bella, però è piccolina, giri giri e stai sempre in piazza Dam. Anche se non la vuoi vedere, con la coda dell’occhio la vedi sempre. Li ferma, con quel cazzo di palazzo reale. Basta!
La Mary mi dice, non fai una foto alla piazza?
No! Non la voglio vedere più, altro che foto. Piuttosto mi compro una cartolina, ma con una foto non la voglio ricordare.

Deciso!
Oggi si va nella zona ad est. Il Jordan e i canali orientali. Dicono che c’è una casa con 6 teste sulla facciata ed il ponte più bello della città.
Si va. Ma prima…koffieshop!!
Si, sono le 11 del mattino, è presto, ma devo pur scrivere queste righe no?!?


Ore 19.15
Ho girato tutto il giorno, i miei piedi sono stanchi ma felici.
È bello camminare in città è rilassante e piacevole, anche se c’è un vento proprio forte.
Ti rendi conto velocemente che in questa città non c’è molto da vedere, e quattro giorni, forse, sono davvero troppi, però faccio le cose con calma e con i miei tempi. Mi piace così.
Quello che trovi, al quale poi ti abitui velocemente, sono canali, case storte, barche, bici. Non cambia molto.
Però in novembre credo sia bello esserci. Le foglie gialle dei tanti alberi sono in contrasto con il rosso ed il bianco della maggior parte dei palazzi. Poi il cielo azzurro con le nuvole completa il quadro.
Ma in ogni caso…come direbbero i miei a Trento…l’è semper quel!

Il quartiere rosso merita una visita, davvero consigliato.
L’atmosfera è allegra, niente è squallido, ed infatti tutti si fanno un giro.
Coppie, famiglie, amici fumati, ho trovato addirittura scolaresche e giapponesi in crisi depressiva perché non potevano fare le foto.
All’inizio ti vergogni a guardare dentro. Solo con la coda dell’occhio…si sono qui ma mi sono perso eh…cercavo la Oude Kerk…che poi mi dicono che tutto intorno ci sono le nere tettone…
In realtà scopri che tutti si fermano a guardare. C’è anche il giapponese di prima che dice sempre “Arikazà”. Ma che cazzo vuol dire? Fateci caso, lo dicono sempre ogni volta che guardano qualcosa..bho!

Le ragazze ti sorridono e ti invitano
Noi ridiamo ed indichiamo.
Non ho trovato il rattuso eccitato, e se c’è si nasconde bene. Anche gli spacciatori “abusivi”, ti chiamano e ti fanno l’occhiolino, non è vero che ti inseguono. Non è pericoloso.

Ma ad essere sincero, tra i sorrisi penso a quelle donne e mi sembra di provare quella sensazione di sentirti come un pomodoro. Per sceglierti ti guardano invece di tastarti. Bionda ok! Tette grandi ok! Aaahhh, brutto culo. No, fammi tastare quest’altra…


Sarà un viaggio tutto mio…
Ecco come sarà

Non sento di essere all’estero. Non provo quella sensazione tipo “cazzo sono ad A’dam!”.
Quello che provo è come quando al lavoro ero off e decidevo di fare un giro a Totnes. Tutto era sempre uguale alla volta precedente, ma mi piaceva quella sensazione di non essere completamente a casa, ma allo stesso tempo, era anche la cosa più vicina.
A volte una foto, magari le cheesy fries al Barrel house e se è venerdì il mercato è un must.
Ad anche qui mi sento così un pò a casa e un pò no, un pò turista è un po’ local people.
Oggi giro in centro…così…perché avevo voglia di fare foto. Domani forse piove, allora c’è un museo che non ancora visto, Van Gogh mi pare si chiami…

martedì 2 dicembre 2008

8 Novembre. Da qui inizia il mio viaggio

Exeter

Il posto migliore dove iniziare un diario di viaggio, non può che essere l’aeroporto.
Forse una volta era più indicato il porto, ma nella nostra era abbiamo bisogno delle ali per muoverci più che le vele.
Quindi eccomi qui in attesa del volo…parto tra mezz’ora, e dal preciso istante in qui mi staccherò da terra, inizierà la mia nuova avventura, qualcosa che desideravo da sempre e mai avevo fatto.
Un viaggio da solo.
Non importava dove, volevo solo godermi ogni istante della vacanza, con i miei ritmi e i miei desideri.
Per anni ho trovato bastoni tra le mie…gambe, e solo oggi riuscirò a realizzare un mio grande sogno.

Un anno fa circa, ho avuto un’illuminazione, mi sono reso conto di qualcosa che era sotto i miei occhi ma che mai avevo focalizzato.
Naomi un giono mi chiese “quel’è il tuo libro preferito?”. Ho passato alcuni minuti cercando il mio libro perfetto, poi ho gridato “l’atlante metodico de agostini!”.
Non c’è nulla da ridere, dico sul serio. Ho passato ore interminabili alla ricerca della nazione più lontana da Lecce, magari con la forma più strana. Mi piaceva fantasticare su cosa avrei trovato in quelle città, chissaà che scatti avrei potuto fare.
La mia bionda, con la solita naturalezza con cui dice le cose, mi risponde “ah già certo, perché a te piace viaggiare”.
Pochi secondi dopo ho iniziato a piangere…di felicità!
Avevo scoperto una cosa di me che già conoscevo nel mio inconscio, ma che mai avevo realizzato a pieno. Che bello.

Adoro viaggiare, accettare tutto ciò che il mondo mi vuole offrire, e mare e spiaggia non mi potrà mai bastare…se voglio questo ho la mia Otranto.
Mi piace sapere i perché delle cose, e non solo criticarle. Voglio conoscere le diverse culture, vedere e fotografare le città, anche la cacarella mi piace. Vuol dire che ho mangiato un piatto strano e scoperto qualcosa di nuovo...si, ma la prossima volta col cazzo che la mangio ancora però!!!

L’aereo è un po’ in ritardo, poco male continuo a scrivere…la tensione sale e mi eccito sempre più. È come quando sei in prima fila pronto per il concerto del tuo gruppo preferito…un attimo sembra eterno, aspetti eccitatissimo di iniziare a saltare e cantare.
I miei piedi sono caldi, pronti a portarmi in giro per il mio nuovo viaggio, il dito freme per scattare mille momenti, la mente è aperta per accogliere nuovi ricordi.
Scalpito, non mi trattengo…hanno chiamato il mio volo, il mio momento.
Si parte!!


Amsterdam

Sono arrivato!
Tutto è andato bene, ho trovato quello che mi serviva, e ora sono in treno per la città.
Negli aeroporti sembra di stare sempre nello stesso posto. Ci sono le stesse regole, gli stessi negozi di souvenir che vendono le stesse magliette portachiavi e cappellini…cambia solo il nome della città.
Si parla solo inglese, e conoscerlo finalmente è un aiuto grandissimo, non ti senti mai da solo, qualsiasi cosa succede puoi sempre trovare qualcuno che ti aiuta.
Adesso posso dire di parlare tre lingue oltre l’italiano. Inglese, francese e spagnolo. Forse non sono una cima in nessuna di queste, ma riesco a comunicare facilmente. Yeah!
Anyway…

Prime impressioni.
Amsterdam è proprio la terra dell’acqua. La lingua è piena di K e W e il suono è decisamente catarroso. Ci sono parole che se non fumi otto canne al giorno non riesci a farle.
Non si capisce nulla ma leggerlo è un pò più semplice, per ora ho capito che si raddoppia la A quando è accentata.
Strada= straat centrale= centraal totale=totaal.
Ne ignoro la pronuncia, lo scoprirò dopo.

Sono arrivato in stazione, vado alla scoperta della città…dio quanto è grande questo canale…chissà come si chiama.


Ore 1.35

Sono nella zona del Leidseplein, sarebbe il centro della “movida” di Amsterdam.
Da Dam square, dove è pieno di turisti, tanta gente e bici ovunque, ma che all’ora di cena si svuota velocemente, sulla strada per il andare verso il Vondelpaark, si passa attraverso il Leidsplein, dove di colpo la vita riparte.
Luci e locali come formiche. Un ristorante su due è italiano. Ci sono tutti, ristorante Bella napoli, o sole mio, Peppino, Mimmo, Ninetta, Vesuvio, La madonnina e ovviamente il Rimini non manca mai. Probabilmente nessuno di questi è gestito da italiani. Più facile trovare cuochi pakistani e indiani che di Avellino.

Queste luci al neon intrecciano le parole scritte in inglese, italiano, arabo, hindi, olandese.
Sei ad A’dam ma puoi andare ovunque nel mondo, basta entrare in un locale.
Mi sono sentito a casa…
La piazza è piena di gente che balla, fuma, canta e i due bulldog sullo sfondo che ci osservano sorridenti.
Ma quello è uno che suona il contrabbasso…al piede ha attaccato un tamburello. Swing anni ’50. E quella coppia che gli balla davanti proprio intorno alle candeline al centro del palco…che meraviglia.
Click! Click! Click!


Sono a metà strada dall’ostello seduto fuori dal pub irlandese Aran, bevo del sidro, una Magners la mia preferita (ma 8 euro cazzo!!), il vento mi alza le pagine della moleskine,mi fa scrivere male.
Sarò solo per otto giorni e non so bene come sarà questa vacanza. Qui nessuno mi conosce nessuno sa chi sono. Potrei essere chiunque, potrei voler essere chiunque.
Uno studente in visita, un fotografo di una rivista naturalistica o perché no, il figlio di uno che ha una catena di ristoranti di caponata take away in sicilia. Chiunque.

Dai, facciamo che per oggi rimango Davide.
Pochi soldi in tasca, una macchina fotografica e un sogno.
Essere libero…libero da tuttti.
…almeno per otto giorni…

domenica 16 novembre 2008

Di nuovo in italia

Il sapore della pasta nn può essere barattato con nulla. Neanche le birre belghe o l'erba olandase...è quel gusto di italianità che la rende unica.

Sono tornato ieri sera dal mio viaggio in Belgio e Olanda. Il Gaetani e la Punes mi hanno accolto con le braccia aperte e pasta con zucchine e pomodoro sul tavolo..che spettacolo!!!

Il viaggio è andato molto bene, specie il Belgio che è diventato di diritto il mio paese preferito.
A breve posterò sul blog il mio dirio di viaggio...qualche parola per ogni momento passato in vacanza. Ho scritto molto e quindi non lo metterò tutto insieme, un pò alla volta leggerete tutto.

Vi consiglio di non perderlo, conoscerete qualcosa in più su di me, scoprirete aspetti bizzarri di Amsterdam del Belgio e degli ostelli.

Sarà tutto disponibile tra un paio di settimane...datemi il tempo di tornare a Lecce.