mercoledì 31 dicembre 2008

29 novembre: in treno verso il Salento

Tra due ore finirà questa mia avventura durata poco meno di tre settimane. Sembrano quasi di più. Forse perché sono stato in tante città e visto troppe persone, che ormai le birre belghe sembrano già un ricordo così lontano.
Una volta a Lecce inizierò un periodo d’incubazione, mi chiudo nel mio bozzolo…il tempo della schiusa sarà il prossimo gennaio.
Che posso dire… dalle mie mani ho perso tante volte la mia vita che contarle appare più difficile che iniziare una nuova vita. Inizierò a tenere in mente solo le vittorie e le mie conquiste, voglio vedere se sono ancora capace di tirare fuori il mio Penso Positivo come facevo tanti anni fa.
Sono davvero ansioso di riavere la mia vita, son curioso di sapere cosa troverò nel mio futuro, perché io proprio non lo so.
Lo considerò come un altro viaggio, con Naomi però questa volta, abbiamo troppo bisogno l’uno dell’altra.
Non sapevo bene cosa mi sarebbe accaduto nei successivi otto giorni dopo essere atterrato ad Amsterdam, ed allo stesso modo, anche in questo mio nuovo viaggio, ho più incognite che punti fermi. Mi sento come un seme che vuole germogliare, e fa strano che il mio orto sarà l’Inghilterra e non il mio bel paese, ma è li che il destino vuole che io attecchisca, dove poter creare ancora un altro Davide.

Sono felice di aver fatto questo viaggio, ho preso l’ultima virgola della mia vita, dovevo chiudere un cerchio, prendermi un altro regalo.
Mai mi era successo di capire tanto me stesso come in questi giorni di solitudine. Fermarti e pensare alla tua vita in compagnia delle foglie alzate dal vento aiuta a raccogliere i pensieri e riordinarli.
Da adesso apro una parentesi salentina, con la mia famiglia per godermi pienamente il natale e la sua magia, e poi da gennaio...punto anzi due punti, a capo, anzi all’altra pagina.

Eppure adesso non ho più tanta paura e non sono spaventato come fino a qualche riga fa, sembra come che vedere questo mio cambiamento come un nuovo viaggio, mi abbia fatto rasserenare e tornare la positività. Adesso c’è un nuovo viaggio da fare, non chiese da fotografare, non camminate tra i mercati e non proverò neanche nuovi piatti...parto per cercare me stesso, perché sono li da qualche parte, devo solo partire e trovarmi.
Vorrei iniziare subito, le attese come queste mi fanno soffrire. Non manca molto lo so, ma sembra che siamo in marcia, mi eccito, poi guardo dall’altro finestrino e...non è il mio treno ma quello accanto che si muove…dai è giusto così, ogni cosa a suo tempo...infondo gennaio è qui dietro...AAAAAAAHHHH!!! Gennà, mannaggia a te! Mi hai fatto prendere uno spavento.
Dai siediti qui con me e dimmi un po’ una cosa. Il prossimo anno farai caldo o freddo? Come non melo vuoi dire? Io devo prepararmi per tempo alle temperature, poi c’è quel maglione verde che vorrei portare...

lunedì 29 dicembre 2008

21 novembre: Verona for offerty!

Verona
La gente parte da tutto il mondo per vedere gli scaligeri, eccitati dalla ventata d’amore del balcone di Giulietta, io invece, che ci ho vissuto vicino per anni, ho visto solo l’arena e solo per lavoro.
Oggi è la giornata giusta per essere ancora un po’ turista.

Ti accorgi presto che il tempo qui si è veramente fermato al 1500. Le strade, le piazze, i palazzi, addirittura la gentilezza dei negozianti non si è mai evoluta. Non sono riusciti ancora a sviluppare i muscoli facciali per fare il sorriso. Ma ne sono sicuro, un giorno impareranno.

Ho visto pochino, ma piazza delle erbe è difficile da dimenticare. Se non ci fossero le solite bancarelle di souvenir, si riuscirebbero a vedere le dame con le gonne gonfie ed i capelli a boccoli che scendono fino alle spalle, camminare intorno la piazza. I galantuomini invece smontano da cavallo, tolgono il cappello esagerato che hanno in testa, ed inginocchiandosi di fronte alle dame, le fanno il baciamano.
Purtroppo le tovagliette con la cartina geografica dell’Italia divisa in base ai vari tipi di pasta, ed i soliti "Arikazà" dei giapponesi, rovinano un po’ l’atmosfera.
Ma un sapore di rinascimento lo si può ancora trovare, li dove c’è la fontana, con le bancarelle alle spalle. L’acqua zampilla e con la brezza ti arriva in faccia. Davanti c’è un palazzo barocco con il leone di Venezia ben in vista su quell’alta colonna. Ai lati, i palazzi, hanno ancora le mure dipinte con visi di personaggi forse mitologici, le barbe ed i capelli lunghi sembrano essere mossi dallo stesso vento che muove i tuoi.
A sinistra c’è una piccola palazzina incastonata tra due palazzi più grandi. Ha sei finestre disposte su tre piani. Nel piano centrale c’è un dipinto meraviglioso.
Tre teste in basso rilievo, simili quasi a quelle che si trovavano sulle cento lire, sormontano un uomo con una spada in mano posto proprio al centro tra le due finestre.
Non si capisce perché abbia la spada, ed anche il cherubino appena sopra la sua testa, sembra farsi la stessa domanda.
Che meraviglia.

Decido di andare a vedere sto balcone. Tempo sprecato direi.
Click! Click!..giusto per far vedere agli altri che sono stato a Verona..forse salgo per vedere il resto della casa, magari trovo qualcosa di più interessante...ALT, no no! Fermo dove sei!
Sono appena entrate due scolaresche, una francese ed una italiana seguiti a ruota dagli scatti del solito gruppo di giapponesi...SCAPPA SCAPPA!!!

Torno verso la piazza e sulla strada incontro "Robert". Un ragazzo che vuole un’offerta in cambio di un piccolo dipinto.

Ciao ti posso fare una domanda?
Sorry, i’m not italian. Mi gioco la carta del finto inglese, magari mi lascia stare...eeeeeh no!
Ah...english?
Yes i’m!
I’m Robert.
Oh hello Robert, i’m David nice to meet you?
Don’t preoccupy, i’m italian...simpatick, no problem. Theese fotograpy…..for orfanotrofy...come dire...dammi offerty per orfanotrofy...bimbi malaty, bad people...perché se tu mi dai offerty, l’orfanotrofy is happy!
Mai nessun inglese avrebbe potuto capire una frase di quel discorso. Tra le risate trattenute, tengo il gioco dello straniero e gli rispondo...
I think you want money!
Yes, yes...bravo, good...e che non riuscivo a dirlo come te. Yes money for offerty for orfanotrofy!

Ok mi sei piaciuto e mi hai fatto ridere, ti meriti due euro, tho!
But you don’t want the fotografy?
No Robert i don’t want any paint!
See you bye bye!

sabato 27 dicembre 2008

17 novembre: tra Parma e Trento

Parma
Non voglio fare il figo...quello che vive all’estero, torna in Italia e dice che tutto fa schifo...non dico che fa schifo ma dio mio che tristezza!
Dall’ultima volta nel bel paese sono passati circa due mesi trascorsi tra Inghilterra, Olanda e Belgio, dove le regole sono rispettate da tutti, dove non perdi tempo in lungaggini inutili, il razzismo inizia ad essere un ricordo e dove il rispetto è primario a tutto. Qui invece...

Fuori dall’aeroporto, in attesa si salire sul bus, si forma subito la fila a formicaio, nel senso che tutti cercano entrare da ogni spazio possibile. Intorno alla porta si è creata una mezzaluna di persone che combattono per entrare.
C’ero prima io...ma che dice signora, lei è arrivata dopo di me ma prima del tedesco con la maglia gialla...
No non è vero, mi ricordo perfettamente che sono arrivata pri... DAI SALITE, POCHE STORIE!, grida il calabrese dai margini della mezzaluna.
Le file "indiane" del resto d’Europa saranno un sogno ancora per molti decenni.

Finalmente si parte. Sulla strada per la stazione perdiamo troppo tempo perché la gente pensa bene che i larghi portici bolognesi, siano troppo piccoli per contenere la mole di persone accorse in città per un sabato pomeriggio di shopping, e allora, giustamente aggiungerei io, perché non camminare in mezzo alla strada? E perché non attraversare dove non ci sono le strisce, così il conducente ci shekera ben bene dentro il bus, cercando di evitare i passanti sbucati all’ultimo?

Mai io devo stare un minuto nel negozio per prendere le sigarette, posso anche parcheggiare lo scooter in mezzo la strada...davanti la porta del negozio...
Ma guarda che dieci metri più in la c’è un posto, e non da fastidio...ah, non vuoi stancarti a camminare...capisco.

Il treno per Parma ha subito venti minuti di ritardo. Una triste coppia parmigianina si siede davanti a me, dopo poco arrivano tre ragazzi africani che si siedono dietro noi. Stanno parlando ad alta voce, è vero, ma puoi odiarli per questo?
Hanno fatto uno studio sul parlare ad alta voce. Più c’è il sole in un paese, più la gente parla ad alta voce. Perché stando fuori all’aria aperta, devi alzare il tono della voce per farti sentire. Al nord tra le mura domestiche, davanti al camini, con la pioggia che batte fuori, non c’è mica bisogno di parlare forte.
Ma la sud dove il sole insaporisce i pomodori, ed una passeggiata al mare con un buon gelato, è quello che ci serve per rinfrescarsi un po’ da questo caldo, devi parlare forte, altrimenti le onde coprono le tue parole.
Difatti gli inglesi pensano che gli italiani fanno tanto casino nei treni, ed invece noi lo pensiamo degli africani.
Naomi però è l’eccezione che conferma la regola.
Quando parla al cellulare, urla come se stesse telefonando accanto la cassa di un rave party.

Insomma questa tipa inizia a dire "ma perché questi non se ne vanno a casa loro a gridare?"
Che concetto vecchio, che frasi fatte vecchie. Casa mia, casa tua...che tristezza.
Continuano a parlare tra loro ed indicare i ragazzi africani, ma molti dei commenti gli ho persi a causa del rumore del treno. Ma poi arriva la frase topica...e che nessuno gli dica nulla poi...
A quel punto mi sono rivolto a lei...è vero ha ragione, perché non glielo dice lei?...ragazzi la signora qui deve dirvi qualcosa...dai parla su! Cos’è quella storia del parlare voce alta?
Poi ho riaperto gli occhi e mi sono detto, che questo scherzo potevo anche risparmiarglielo. Tanto le sue sono solo parole vuote.

Tutti odiano qualcuno vero?
I nordici odiano i terroni ed il marocchino (intesi ovviamente come qualsiasi persona che viene dall’Africa).
I meridionali odiano ancora i marocchini ed i gay. Un po’ tutti e due odiano fascisti e/o comunisti.
Ma poi si ritrovano d’accordo sull’odio verso rom e musulmani.
Io odio la sveglia alle sette del mattino, la pasta scotta, il passamano delle scale mobili quando va più veloce delle scale e la juventus!

Fortuna che quando sono arrivato da Alessandro ed Ines mi hanno accolto con vino rosso e pasta con i pomodorini scattarisciati!!

Ore 2.20 pm
Sono il treno per Trento.
È da tanto che non vengo qui e non so perché.

Che montagne che si vedono dal finestrino...sono altissime e possenti...mi creano sicurezza, mi sento come protetto. Sono tutte intorno ...sono il vero abbraccio del nord.
Mi piace essere mezzo sangue terrone e polentone.
L’infanzia spesa in giro per l’Italia, concepito a Taranto, nato a Lecce, battezzato a Chieti. Da sempre e sempre in movimento.
Nato da un viaggio, cresciuto ovunque, sempre alla ricerca di nuovi safari.

Amo tutto quello che ho intorno. Il cielo, il mare, le montagne ed il vento sono la mia famiglia.
Volo sulle colline, bevo il succo di un limone, mi tuffo in una pozzanghera, gioco a palla con le nuvole, cammino sui miei pensieri, cerco l’anima in un mattone, bacio un delfino…
Posso fare quello che voglio, sono libero, non cerco confini, sono libero, libero di creare il mio futuro, libero di creare la mia famiglia.
Afferro la vita, la stringo al petto...non mi lasciare, sono troppo felice per stare da solo...scaldami...scaldami...

giovedì 25 dicembre 2008

15 Novembre: è tempo di rientrare

Brussell
Rimango qui solo un’oretta, poi vado in aeroporto. Il tempo di prendere il treno. Non ho avuto bei resoconti da brussell, non sembra nulla di speciale. Ci tornerò prima o poi, ma non adesso.

Posso essere sincero?
Sono felice e non me ne vergogno.
Questo viaggio mi ha davvero saziato, ho mangiato bene, ci voleva proprio. Un altro desiderio che finalmente posso cancellare.
Avevo quasi paura che non sarebbe stato bello, invece lo è stato anche troppo.
Non riesco a togliermi questo sorriso da ebete che ho stampato sulla faccia...non riesco proprio.
Aspè che ci provo...fai il serio!! hahahahahah!!! Adesso rido anche...non riesco a fermarmi.
Ah ah ah!! Dio mio che ridere! Dai che c’è la faccio. Respira. Fiuuu! Fiuuu!
Ok forse ci siamo.

Ricordo perfettamente le ultime volte che mi sono sentito come adesso. Che sorridevo e non riuscivo a fermarmi.

Ho finito la mia interrogazione agli esami di maturità. I professori si riuniscono in aula per decidere il mio futuro. Sono sette anni che sono in questa scuola, mi hanno già offerto un posto da bidello...due volte! Voglio andarmene.
Sccchhhh!! Stanno uscendo. Ho un accordo con la prof di francese, mi farà un segno per darmi l’anteprima della mia riuscita o della disfatta.
Eccola, è la prima che esce dalla stanza. Un sorriso ed un occhiolino. E’ fatta!! Ho finito!!
Tutti gli amici mi sono addosso. È festa anche per loro.
Le successive due ore le ho passate girando con lo scooter ridendo e gridando di gioia.

Pochi mesi dopo ero a Ferrara. Era il sette ottobre quando la mamma e la sua amica tornano a Lecce dopo avermi aiutato con il trasloco.
Sono solo in casa. Nella mia casa universitaria. Steso sul letto, guardavo il soffitto, immaginavo la mia vita futura. Ad ogni sorriso un tiro di canna...il mondo che cosa meravigliosa.

La terza volta invece è stata quella dell’atlante. Quando Naomi mi ha fatto capire quanto mi piaccia viaggiare. La quarta ed ultima volta, prima di oggi, è stata pochi minuti dopo la terza.
Ho abbracciato Naomi, è in quell’istante ho capito che lei è la donna perfetta per me. Ho trovato in lei tutto quello che cercavo in una donna, e anche qualcosa di più.
Mi manchi tantissimo...torna presto.

Adesso, continuando a sorridere, mi godo questi ultimi 10 minuti di treno prima di arrivare in aeroporto.
Ad essere sincero tutto questo scrivere mi ha messo un po’ di fame...forse è già tempo di organizzare un nuovo viaggio.

Charleroi
Forse sono cattivo, ma a me gli italiani in aeroporto prima mi fanno incazzare e poi mi fanno pena.
Siamo abituati che le regole da noi non sono mai reali, e si crede che sia uguale anche all’estero.
Per fortuna non è così.
In aeroporto forse ci sono dieci regole, e sono uguali in tutto il mondo. Una tra queste è il peso del bagaglio, ed è quella che meno di tutti, gli italiani riescono a concepire. Il limite è 15 chili, ma anche se ne metto 20 che problema c’è...mica l’aereo non vola no?
Poi arrivano al check-in ed inizia il circo.

Togli il cappotto dalla valigia che pesa (ma se ne hai uno addosso perché te ne sei portato un altro?)...dammi i regali di Giovanni, Teresa e Antonio che gli metto nella mia busta, mentre quelli di Giulia, Simone e la nonna gli dai a papà.(perché all’estero si deve per forza prendere un regalo a tutta la famiglia? Inclusi il vicino di casa, il collega d’ufficio e come dimenticare il figlio dell’amica della portinaia del palazzo del tuo compagno di casa)
...ma la borsa pesa ancora 18 chili...però potrebbe farmela passare no?
NO!!! Cazzo!
Il limite è 15 chili e quello deve essere. Ho passato una sera a pesare il bagaglio togliendo e mettendo vestiti, e tu devi passare perché hai troppi regali? Fanculo!!

Dopo quindici minuti hanno tutti la faccia rossa e tre felpe a testa addosso. La valigia pesa ancora 16.5 chili..il tipo al check-in, mosso a pietà gli lascia passare.
Ma dico è proprio necessario fare queste figure, perdere e far perdere tanto tempo, invece di seguire una regola?
Forse sarebbe troppo semplice.

Un’altra regola che gli italiani non riescono a seguire, che crea ancora più ansia al momento della rivelazione che il peso della valigia è da rispettare, è l’orario di arrivo in aeroporto.
Nessuno sa perché, ma da anni gira voce che un’ora in anticipo è anche troppo.
Ma tra code al check-in, code al metal detector, togli ogni liquido dalla borsa, in alcuni aeroporti ti fanno togliere le scarpe, in più se sono molto grandi, ti tocca camminare anche 20 minuti prima di arrivare al tuo gate. In realtà due ore avvolte non sono sufficienti, specie in posti come Stansted a Londra.
Ma loro continuano ad arrivare cinquanta minuti prima del volo e se lo perdono...fanculo alla Ryanair bastarda!!

Una volta a casa metterò sul blog un elenco di regole da seguire negli aeroporti. Spero che possa aiutare qualcuno.

Ok hanno chiamato il mio volo...si torna in Italia.

lunedì 22 dicembre 2008

14 novembre: ultimo giorno in Belgio

Brugge
Sono le 10.30 e sono già ubriaco, ma sono il Belgio...è come avere gli occhi rossi ad A’dam, nessuno se ne accorge.

Ho dormito ancora meno oggi. Sono stanco...molto.
Lo spagnolo accanto a me a russato tutta la notte. Gli ho tirato le coperte, ho preso a calci il letto, gli ho addirittura dato cuscinate in faccia...ma quello neanche se ne è accorto.
Alle 3 di notte ho cambiato letto....un po’ più in disparte...ho dormito si, ma l’ispanico dopo 10 minuti si è finalmente girato e smesso di far casino...e non potevi farlo prima cabron!!!

Il tempo è di merda, Brussel è troppo lontana, Ghent va meglio...anche il piede va meglio. Ha detto che per oggi non ci sono problemi, è l’ultimo giorno, ma domani...
Domani cosa? Devo prendere l’aereo, e lo zaino pesa, non puoi farmi questo.
Mi ha sorriso con il pollicione ed è rientrato nella scarpa. Cosa avrà voluto dire?

Ghent...check
E anche questa è fatta.
La mia terza città belga si merita un 7 sulla fiducia...perché non ho visto molto.
È sullo stile di Brugge, ma più grande, più dispersiva, più gente (altrimenti non si chiamerebbe così...madò quanto sono simpatico) e meno romantica.
Mi piace il Belgio...lo sapevo che mi sarebbe piaciuto, ma mi ha stupito, e sono contento che non sia così turistico...pochi americani yeah! Che bellezza!
Purtroppo oggi il tempo non mi è stato amico. Una lieve ma costante nebbiolina, ha colorato di grigio tutti i miei scatti, ma almeno non ha piovuto.
Stanotte sarà l’ultima notte il Belgio e quindi l’ultima del mio viaggio. Domani vado a Parma poi Trento e Ferrara. Qualche parola la riservo a stasera. Ora relax aaaaaaahhhhhh!
Cazzo, il treno è già arrivato a Brugge!!! Altro che relax.

C’è un casino nel bar stasera. Gli invitati al compleanno di una neo diciannovenne belga, hanno monopolizzato il locale.
It’s fine...but noisy!!
Ho passato l’ultima ora parlando con Claire (la ragazza che ieri scriveva accanto a me).
È australiana, un po’ timida ma davvero di compagnia, mi ha fatto piacere parlare con lei.
Sono otto mesi che viaggia per l’Europa da sola, ed il suo viaggio finirà solo a gennaio.
Ed io che pensavo di essere pazzo a viaggiare da solo per otto giorni...
È anche stata in puglia. Ad Altamura? Che hai fatto ad ad Altamura? Ah, hai insegnato inglese...ora capisco.
Dice che nella sua famiglia è una tradizione fare lunghi viaggi. Nella mia invece è tradizione parlare a lungo dei viaggi che non posso fare.
Parla un po’ di italiano ma in inglese è più facile per tutti e due. Dice che il mio accento è buono, non è tipico italiano. Ti voglio bene solo per questo Claire!!

Non so se riuscirei a viaggiare un anno da solo, anche perché servono i soldi, ma posso immaginare come sarai una volta tornato a casa. Pochi soldi in banca ma ricco dentro e lo sarai per sempre.
I soldi non sono l’unico modo per comprare. Si può comprare anche con gli occhi.
Puoi avere tutto quello che vuoi, basta guardare e conservare tutto nella memoria. Le esperienze e tutte le persone conosciute ti rimarrano sempre li, dentro te.
Non servono casseforti, niente lucchetti o catenacci, nessuno potrà mai rubare quello che sei, quello che hai vissuto, quello che sei stato.
Da stasera mi sento più ricco, ricchissimo!
Non c’è nessuna maglia di D&G, nessuna comparsata da tronista, casa a Porto cervo o Ferrari superaccessoriata, che può essere barattata con le emozioni provate durante il mio viaggio.
Non mi ha cambiato la vita, non mi sento migliore, sono solo più me stesso. Sono più vicino al Davide che vorrei essere e che ancora non sono.
Mi sento più vivo, più felice e più sicuro di me stesso...bhe, in fondo anche questo è un cambiamento.


Vendo racconti a prezzo scontanto
Solo per oggi olanda e belgio, ad un sorriso ed un abbraccio!!
Venghino siori venghino!

venerdì 19 dicembre 2008

13 novembre. Brugge: che male che mi fa il piede!!

Brugge

Una candela per un sogno
Ho accesso stamani
Il sacro sangue la custodirà

Altro ostello altre avventure.
Quella sopra il mio letto ha vomitato un paio di volte prima di addormentarsi vestita tra bottiglie, libri e frutta.
Ma ti alzi ancora? Che cazzo hai bevuto...stai attenta che fai cadere roba...che casino che fai santo dio.
Cos’è sta cosa fredda sul braccio...OH DIO! Un pomodoro...aperto!!...no i semini sul cuscino no! Brutta troia, bevi di meno domani.
Sai dove te lo metto questo pomodoro? Dentro la tua scarpa, così domani mattina vedrai che sugo che ti mangi.

Sono già sveglio...non ho dormito un nulla, e come se non bastasse quella di sopra ha russato tutta notte.
Aaaaahhh che sonno, non sono neanche le otto di matt...HEY MA COS'E'! Senza occhiali al buio non vedo niente...ma quello...è un CULO?!? Quello, anzi, questo è il culo della canadese (la ragazza, non la tenda e neanche la birra piccola)...ma è nuda? Si è nuda...mannaggia ha messo il perizoma...il perizoma? Ma sicuro che lo ha messo? Dio quanto è piccolo...che culo che hanno i canadesi che vivono in Canada. In tutti i sensi.
Yeah che bellezza!!
Ho dormito che sembrava di avere in un’insalatiera al posto del cuscino ma se questo è il risveglio...domani provo anche con una cipolla e un peperone giallo, chissà che non mi vedo davanti anche le tette!

Ore 6.40 pm
A Brugge mai andare sul Belfry, Belfroi o come cazzo si chiama. È il campanile più alto del Belgio. A parte che costa 5 euro, ma quando arrivi su c’è un vento fortissimo, e dopo che hai sudato 360 scalini non è proprio quello che cerchi. Ma quando scendi, cazzo quando scendi, le scale fanno davvero paura.
Preghi perché vuoi che finisca presto. In più hai persone che salgono, e ti tocca fermarti continuamente in un angolino per farli passare, du palle!

347, c’è la posso fare, manca poco...non perdere la concentrazionEEEEEEEEE!!!!
Ecco lo sapevo, sono a terra! Ma vafanculo va! Che male che mi fa il piede cazzo cazzo CAZZO CAAAAZZOOOOO!!!
La vacanza è ancora a metà, non posso farmi male...continuo a camminare è una bella giornata.
Dopo tre o quattro che ancora camminavo, il piede mi chiama e mi fa...senti un po’, giusto per capire...ma quando cazzo ci fermiamo?
Ed io...ma dai ancora un po’ fammi finire la giornata no?
Se, se mi risponde.
Un’ora dopo ero sul letto, stremato dal dolore, affamato e bestemmiando i santi in fiammingo.
Cronaca di una giornata con mezzo piede.

Ok non mi fermo, non posso e non voglio. Domani affitto una bici. Così anche se sbaglio strada lo faccio con brio...hey brio fai un giro con me domani?


Anche in questo ostello non ci sono italiani...eppure ci sono in giro. In centro c’era una scolaresca di Ragusa. Abbiamo portato il sole dalla Sicilia, dicevano...ma guarda che c’era anche ieri...ah è arrivato prima di voi, ha fatto l’apripista, ok...

Ma quando non sono con la scuola, dove vanno in vacanza gli italiani?
La top 5 europea:

1 Parigi. Ok capisco è la città più bella del mondo
2 Londra. Perché è grande e dicono sia bella...mah
3 Amsterdam. Le canne ed il Bulldog cafè attirano tutti...ma proprio tutti
4 Ibiza. Perché devo andare in discoteca
5 Grecia. Perché devo andare in discoteca, spendere poco, e far vedere a mamma, la foto del partenone...per far finta di aver fatto il vero turista.

Al di fuori di questo rimane Santo domingo, Sharm el sheik, Sceichelles e Cuba.
Fatti questi mari, le vacanze sono finite. Non più mete non più idee.

Ore 8.45 pm
Penso ad una canzone di Jovanotti "lo so che non sono solo anche quando sono solo".
La mia vicina di letto e adesso anche di tavolo, è come me. Sola per l’Europa (credo sia americana), sta li che scrive, guarda gli spagnoli seduti davanti a noi e scrive...ma cazzo, faccio lo stesso anche io. Allora non sono l’unico pazzo che cammina alla ricerca di qualcosa, per i canali del nord europa.

Ma che cerco? Cosa voglio? Ma sto veramente cercando qualcosa?
È da un po’ che ho perso la direzione e non so più dov’è. Ho 28 anni e sono li, sotto l’arco di trionfo...ci sono almeno 12 strade che partono da qui, sembrano tutte belle, ma non so quale prendere. La scelta dev’essere definitiva.
Se attraversi non torni più indietro. Andate a Parigi per capire quello che intendo.
Parto, metto il piede avanti l’altro...il marciapiede finisce li, poco più avanti...metto un piede in strada...cazzo se è freddo...è freddo come l’oceano...torno indietro, provo l’altra sponda...sento ancora freddo .
Sai che ti dico...Per oggi rimango ancora qui sotto...almeno è riparato.
Il piede mi fa ancora male...riposo ancora un po’.

Solo una frase:
Gli spagnoli: ti divertono, fanno sempre casino ma a loro piacciono solo gli spagnoli

Gli italiani: copioni. Fanno tutto che hanno fatto i loro amici. Ma ti fanno sentire il benvenuto, sempre!

Gli americani: ho paura a dirgli che esiste un mondo oltre gli USA.

Gli inglesi: dovrebbero essere meno educati, seguire meno le regole e far parlare di più il cuore

I francesi: meno altezzosi di quello che pensi, più gentili di quanto vorresti, più convinti che avventurieri

I belgi:...questi sconosciuti...hanno da dirci qualcosa

Gli arabi: come gli italiani, solo che non si capisce un cazzo quando parlano.

Tanti auguri a me!!! :)


Oggi è il mio compleanno. I miei primi e ovviamente ultimi 28 anni.
Mi piace come numero il 28, mi piace il suono della parola...ti riempie la bocca.
Immagina a dire "per favore dammi 28 pasticciotti", ti si gonfiano le labbra a dirlo.
Forse ho fumato troppo stasera con cumparema Baccano, era anche il suo compleanno eh...Bhe lui è nato il 18 mentre io il 19, ma ci togliamo sono 6 ore di differenza.
noi ci chiamiamo fratelli, ed infondo è vero. Tnati auguri Bacca!!

Si bel suono...ma cazzo se si sta invecchiando...i 30 sono li che mi chiamano.
Viiiiiieeeeeeniiiiii daaaviiiideeee.....viieeeniii a giocare con nooooooiiiiiiiiiii!!!!!
TIE!!! ti rispondi, ci vediamo tra due anni e non mi rompete le sgniffere!!

martedì 16 dicembre 2008

12 novembre. Saluto A'dam e vado in Belgio

Ciao ciao Amsterdam
La stazione è un altro posto dove è facile fermarti e pensare a cosa hai fatto prima.
A Ferrara spesso ero seduto al binario a ripassare mentalmente tutto l’esame che avrei dovuto fare di li a qualche ora. Altre volte invece ripassavo cosa avrei voluto fare una volta arrivato a Lecce.
Qui ad A’dam non ci sono tante panchine...il pavimento è un po’ freddo ma mi sveglia anche...si rimango qui niente panchina.
È tutto giallo e blu, ma non sono i colori della Svezia? Bho, sempre nordici sono!!

Cosa ho fatto prima di sedermi su questo freddo pavimento? Che mi rimane di Amsterdam?
Bhe..il suo elemento è l’acqua, in tutte le sue forme. Pioggia, mare, fiume, dolce, salata, la brina.
Ricorderò che non è solo una città di droghe e sesso, e può davvero non esserlo.
Le camminate nel centro ti rilassano, è facile perdersi, ma è difficile non ritrovare la strada che cercavi.
Non ci sono macchine ed i rumori sono solo quelli della catena delle bici. È come abitare in città ma vivere in un paese.

Le case sono tutte storte, ma quel gancio enorme sulla facciata di ogni palazzo forse mi da una risposta.
Visto che le case si sviluppano in altezza, più che il larghezza, tutte le scale della città sono in realtà delle scalate. Non è bello quando lo zaino da campeggio tocca il soffitto, ti blocca la discesa, e appeso al collo hai la borsa con 10 kili di macchine fotografiche, tra qui l’obiettivo nuovo che ancora devo provare...decisamente non è bello. Credo che un palo da vigile del fuoco sarebbe più sicuro oltre che divertente.

I tram che meraviglia...a che serve la macchina.

Tutti parlano almeno tre lingue. Olandese, inglese e quella del proprio paese. Dal banchiere a Michele di Palermo che vende hot dog davanti la stazione centrale. Lui addirittura conosce la barzelletta dell’osso tra il cane leccese e quello barese. Questa è globalizzazione!

Mi rimangono i sorrisi delle persone. Sono tutti sempre allegri e gentili. Sono accomodanti.

Ma soprattutto mi ricorderò che è la città perfetta per essere da solo. Sei tranquillo, nessuna paura, sono tutti come te, vogliono solo divertirsi, e poi l’erba ci rilassa tutti.
In ogni caso non è la città che più mi ha entusiasmato, non c’è molto da vedere. Diciamo che si vive molto.
È proprio una città da vivere. Se qualcuno mi chiedesse un consiglio su A’dam, gli direi di provare a non essere solo un turista da Koffieshop, ma sentirsi come uno studente che oggi non ha proprio voglia di studiare...una camminata in centro e magari una canna è molto meglio di Nietzsche e la teoria del superuomo.

Anversa
Davvero bella, forse un po’ commerciale. E’ questo il tipo di città che vuoi vedere quando sei nell’Europa del nord. Le case di legno, che per essere belle devono essere un po’ sporche e rovinate. Lo stile è quello tedesco del '500/'600, palazzine alte alte, dritte che finiscono in punta, spesso con dei merli simili a quelli dei cestelli.
Ho speso solo due ore, sicuramente poche, ma questo avevo, dovrei tornarci, anzi ci torno.

Il Belgio mi attira, non so perché ma da qualche anno ho il desiderio di fare un giro. E’ che forse non se ne sente mai parlare. Che succede il Belgio? Belle notizie? Brutte? Cosa?
In pochi l’hanno visitato, anche tra gli inglesi, che invece vanno ovunque nel mondo. Non sono molto organizzato come lo ero per A’dam, nessun piano d’azione, so poco. Quello che so è che fa freddo e ci sono delle ottime birre rosse. Ok mi basta!

Sono in treno per Brugge.
Nuovo giro, nuova avventura…

Brugge
Si l’ho detto tante volte, e ne sono certo, lo dirò ancor...ma questa città è la più bella che ho visto.
Ignoro di come si presenti alla luce del sole, ma di notte non può essere più romantica di così.
Il gioco ed i riflessi sui canali sono incredibili. Essendo piccola è anche facile e veloce da esplorare.
Vorrei che la luna non tramontasse, sempre così, sempre di notte. Per una volta il sole potrebbe dormire no?
Lasciamela al buio
Voglio ricordarla così

domenica 14 dicembre 2008

11 novembre. Amsterdam: Kees Scherer e le birre


Amsterdam
Credo che il tempo mi prende per il culo.
Se entro a fumare, o in un museo smette di piovere, appena esco e tiro fuori la macchina riprende a piovere.
Ma fanculo.
Questo è il mio ultimo intero giorno ad A’dam. Ho fatto tutto quello che volevo, mi manca solo il giro in barca…più tardi nel pomeriggio.

Oggi vedo in bianco e nero, scatto così.
Tanti colori si trovano camminando per la città. Insegne enormi dei ristoranti, le foglie degli alberi, i colori delle persone e dio solo sa cosa si può trovare dentro e fuori dai KS.
Sono stanco dei colori. È’ nuvoloso e piove, la giornata perfetta per foto in bianco e nero.

Kees Scherer è un fotografo di A’dam durante gli anni ’50.
Il naso un po’ cicciotto, fronte larga ed un espressione da banchiere svizzero, ma come ha usato il bianco e nero è da grande esploratore.

La torre Eiffel, il mio grande amore...si vedono appena i quattro grandi piedi, ma è tutta li in quella pozzanghera, con i bimbi che giocano sullo sfondo. Riesci a visualizzare la torre per intero, non capisci neanche che quello è solo un riflesso, la vedi ma non c’è...che magia...che foto.
Farò ricerca su di lui, voglio sapere di più.

E a lui ed alla sua A’dam che gli dedico un giorno senza colori...voglio essere per un po’ come lui...voglio vedere come Kees.

Ore 5.50 pm
Il Gollem è tra i pub più belli che abbia mai visto. Piccolo e appeso c’è di tutto, ma nessuno stile in particolare. Bottiglie , bicchieri e sotto bicchieri sparsi ovunque, anche sul soffitto.
Ha troppe birre da provare. Solo per leggere la lista mi servirebbe una giornata.
Barista help me!
La vincitrice è la Charles Quint la fanno a Ghent in Belgio…è nel mio programma.
Dio quanto è rossa, sembra coca cola...si ma troppa schiuma in Olanda eh!
Che delizia di birra. Corposa, con un retrogusto di miele…così fresca poi è un piacere da bere. Ti scalda con il suo sapore anche se fuori il vento ti fa sentire ubriaco..non si riesce a camminare dritto.
Mi piace la birra, specie quella rossa, non si beve e basta, si respira anche. È’ un gusto completo, naso e bocca. Che piacere!
Infondo sono solo le 6, potrei bere un’altra pinta no?

Viaggiare da solo è strano. Non dipendi da nessuno, ma spesso vorresti esserlo. Quello che vivo lo condivido con questi fogli, a qualcuno devo pur dirlo no?
Se seguo i miei ritmi non ho alcun problema. Cammino fino a quando mi fanno male i piedi, e starmi dietro non è facile, bevo e fumo ogni volta che ne ho bisogno. Quello che è importante è che faccio tutto quello che voglio quando lo voglio.
Ma quando arriva la sera, sarebbe bello fermarsi e parlare con qualcuno.
Questa non era una vacanza da fare amici, non l’ho mai detto. L’ostello ti porta a questo, ma non è quello che cerco.
Ieri ero in paranoia dura per colpa dell’erba...mi sentivo uno sfigato perché dormivo invece di conoscere gente...ma fanculo, sto bene così. Oggi ho girato molto ed il freddo mi ha distrutto. Se faccio amici, bene ma altrimenti va bene uguale, non vedo problemi,mi diverto così...si, ma mai più quell’erba prima di dormireeh, MAI PIU'!!

La birra è finita, tempo di andare...voglio una canna, un ultimo giro in centro e poi casa. Domani vado in Belgio...sarà diverso da...qui mi fermo e fumo, li mi fermerò e berrò!:)
Le birre belghe sono molto famose, e cazzo solo per un giorno mi perdo il festival della birra a Brugge, la città dove ho l’ostello...ok...poco male...me ne faccio uno personale. Di necessità virtù



Ore 9.30 pm
La luce in questo Koffieshop è davvero bassa, vedo appena il foglio, ma per un po’ andrò avanti.

Sono bravo o sono normale, forse per alcuni pazzo, non lo capisco...non lo so. Da solo ad A’dam, chilometri di canali che mi consumano le suole, senza una metà ma sempre in cerca di un perché...

Alzo le braccia al cielo
Il vento è libero tra le mani
La pelle è tirata dal freddo
Sono felice con me stesso
...felice per me stesso...

martedì 9 dicembre 2008

10 novembre. Amsterdam. Il Cuyptmarket e i Koffieshop

Amsterdam
Credo che i musei servono sempre, hanno bisogno di esistere. Puoi anche passare poco tempo, non importa, ma devi sapere cosa c’è stato prima.
Il Van Gohg è il mio preferito. Non sono mai stato un grande patito di arte, ma i musei mi piacciono. Questo è grande abbastanza da non annoiarmi, anche se è lunedi mattina e fuori c’è una pioggia inglese, è pieno ma non affollato, si gira facile. Ma devo ammettere anche che le opere di Van gohg mi sono sempre piaciute, perché è fuori dagli schemi. Che bello il suo autoritratto.
Come è possibile che delle linee verdi rosse e blu, riescano a rendere vivo un volto? È incredibile.
Poi le linee intorno al volto ne creano il movimento.
Il Guernica di Picasso rimane il mio preferito, ma questo...questo mi ipnotizza.

ore 15.40
I mercati non hanno geografia. Sono uguali in tutto il mondo. Più è grande più si trova, ma trovi anche tanti doppioni.
Il Cuypmarket è così, poco caotico, forse il tempo ha bloccato a casa tanta gente, non me!
Ti accorgi subito che A’dam è davvero un città multirazziale. C’è di tutto. Arabi, asiatici, africani, le loro facce si mischiano, sembrano tutte le stesse dopo un pò. Questo è il mio mondo è così che mi piace. Tutti insieme, non ha importanza da dove vieni e cosa mangi, sei mio fratello anche tu. Voglio bene a tutti, non mi piacciono le differenze, le categorie.

(dirlo ogni giorno e non farla rimanere solo una strofa. Simu salentini te lu mundu cittadini!)

Cos’è il Suriname? No, la domanda giusta è dov’è il Suriname. È’ uno stato da qualche parte in America centrale. Il nome lo avevo sentito un paio di volte, ma la sua cucina mai.
Allora oggi si va in Suriname.
La via che incrocia la strada del Cuyptmarket, trovi almeno quattro ristoranti diversi di cucina Surinamese(?), ho scelto il Ah lung, il nome mi piace! ed è il più economico visto le mie tasche.
Ho bisogno di verdure e riso. Sono sicuro che il Tjap tjoi kipfilet è quello che mi serve.
Vediamo che mi porta il cameriere...che stranamente ha una faccia asiatica, tipo vietnamita, cambogiano o qualcosa del genere...ma non dovevo andare in America centrale? Bho!
Si si è proprio riso e verdure! Depurazione. Buono però!
Ma questa salsina gialla cos’è?
Dall’odore sembra tipo mango con spezie. Bho, ma se sta sul tavolo è da provare.
...bhe diciamo che un po’ dolcEEEEEEEHHHHHH!!!!!!! Dio mio ma è piccantissima altro che dolce...oh mamma non respiro...Caldo caldo!...la gola in fiamme ma la bocca è ok...ma che cazzo è?...porca, altro che soverato. Ahi ihai...ok è passato...solo due minuti, ma intensi.
È quest’altra salsina rossa? Che fai non la provi? Ok…prepariamoci..... ...... ... .. .. E’ PIU’ PICCANTE DELL’ALTRAAAAAAA!!!!!!!!! Iutateme!
Cameriere un po’ d’acqua…no che frizzante o naturale…rubinetto va benissimo, non vedi che non ho soldi?
Va bene..io torno in Suriname, il piatto mi è piaciuto, ma poi che glielo dice al mio culo che deve cacare spazzole?

I Koffieshop
Non ancora una parola su KS, com’è possibile?
Quando entri è il paradiso, l’odore è incredibile.
Nei ristoranti, passi tra i tavoli, e profumi lasange, arrosto misto, patate al forno…nei KS invece white widow, doppio 0, blueberry.
Da dove inizio...DOVE???
Qui sei parte del tutto, sei perfettamente integrato...non sei dietro il ristorante al freddo, dove ogni persona che passa nascondi la canna dietro la schiena. Sai che nessuno ti romperà mai i coglioni, che non dai fastidio a nessuno.
A dire il vero ho fumato anche meno di quanto immaginassi. Due o tre al giorno. Il fatto è che sono li, puoi andare dentro quando vuoi, non senti di dover cogliere il momento al volo, fumare più canne possibile, perché questo furgone che ci nasconde andrà via tra un po’.
Puoi scegliere quando andare.
...proviamo la super skunk o dentro alla Nieuwe kerk?...un po’ di religiosità prima e poi la canna...tanto mica mi scappi. Poco importa che la chiesa era chiusa per tutto l’inverno e quindi ho provato la skunk prima del previsto...è il concetto che conta...il concetto!!
Per me è l’esempio che la legalizzazione funziona. Nei KS trovi più italiani ed inglesi che olandesi, questo significa turismo, soldi che entrano, spesi per migliorare la città, non vogliono sembrare il paese dei balocchi per drogati e puttanieri.
I tram sono perfetti sempre in orario, non c’è traffico, l’aria è pulita la città è pulita.
Vai ad A’dam e pensi alle canne e alle donnine e credi di trovare solo ubriachi, gente che fa a pugni, drogati, pericolo...e invece è più tranquilla di Zurigo.
La gente sembra felice e rilassata. Anche gli Amsterdammesi (?) non sono assolutamente preoccupati di quello che gli succede intorno. Giocano a palla con il bambino davanti una vetrina nel quartiere rosso, e se passa una comitiva che ride per l’effetto del THC, non ha quasi nessuna reazione. Né ti guardano e ridono né si sentono infastidite perché magari gli passi troppo vicino. Per loro sei un passante come un altro
Dovrebbe essere legale ovunque.
Se vivessi qui forse neanche andrei a fumare ogni giorno, diventerebbe troppo un'abitudine. Come allo stesso modo non bevo birra ogni giorno, eppure l’adoro.

venerdì 5 dicembre 2008

9 novembre. Ad Amsterdam

Amsterdam

La prima volta che dormi in un ostello, impari subito una grande regola…dormire è un optional.
I ragazzi sono troppo sfondati per non fare casino.
Luci dimenticate sempre accese, voci alte e russare ancora più alto, coppie che amoreggiano, gente che cade e gli altri che ridono.
Si dorme a frazioni di tempo di 15/20 minuti, poi svegli per 5 minuti…poi di nuovo dormire per un altro quarto d’ora fino a quando non entrerà nuovamente qualcun altro in stanza. Si va avanti così fino alle 5 di notte, poi finalmente pace fino alle 9.
Ti svegli la mattina e pensi…ma cazzo, ho dormito o no? Bho…non c’ho capito molto. Forse tre ore le ho fatte…aahh…fame, fame…dio che fame, mi devo alzare anche perché la fibbia della cintura mi da fastidio…COSA?…fuck ho su ancora i jeans…vabhe dai, allora sono già pronto per partire, yeah!

Alla colazione capisci un’altra grande regola. Gli italiani non ci vanno mai negli ostelli…MAI!
Al 90% si parla inglese, un 4% francese e spagnolo, e poi un 2% di miste. Polacco, portoghese, qualcosa tipo paesi nordici e poi…io!!
Che ridere!!!
Ok, mangiare…uovo sodo da energia, pane per l’inchiummu, latte mi da le proteine per sopportare il freddo…ma che schifo questi coco pops…basta!
Un bicchiere di succo d’acqua con distratta aggiunta gusto pesca, è quello che ci vuole.

Pianifico la giornata. Sta città è bella, però è piccolina, giri giri e stai sempre in piazza Dam. Anche se non la vuoi vedere, con la coda dell’occhio la vedi sempre. Li ferma, con quel cazzo di palazzo reale. Basta!
La Mary mi dice, non fai una foto alla piazza?
No! Non la voglio vedere più, altro che foto. Piuttosto mi compro una cartolina, ma con una foto non la voglio ricordare.

Deciso!
Oggi si va nella zona ad est. Il Jordan e i canali orientali. Dicono che c’è una casa con 6 teste sulla facciata ed il ponte più bello della città.
Si va. Ma prima…koffieshop!!
Si, sono le 11 del mattino, è presto, ma devo pur scrivere queste righe no?!?


Ore 19.15
Ho girato tutto il giorno, i miei piedi sono stanchi ma felici.
È bello camminare in città è rilassante e piacevole, anche se c’è un vento proprio forte.
Ti rendi conto velocemente che in questa città non c’è molto da vedere, e quattro giorni, forse, sono davvero troppi, però faccio le cose con calma e con i miei tempi. Mi piace così.
Quello che trovi, al quale poi ti abitui velocemente, sono canali, case storte, barche, bici. Non cambia molto.
Però in novembre credo sia bello esserci. Le foglie gialle dei tanti alberi sono in contrasto con il rosso ed il bianco della maggior parte dei palazzi. Poi il cielo azzurro con le nuvole completa il quadro.
Ma in ogni caso…come direbbero i miei a Trento…l’è semper quel!

Il quartiere rosso merita una visita, davvero consigliato.
L’atmosfera è allegra, niente è squallido, ed infatti tutti si fanno un giro.
Coppie, famiglie, amici fumati, ho trovato addirittura scolaresche e giapponesi in crisi depressiva perché non potevano fare le foto.
All’inizio ti vergogni a guardare dentro. Solo con la coda dell’occhio…si sono qui ma mi sono perso eh…cercavo la Oude Kerk…che poi mi dicono che tutto intorno ci sono le nere tettone…
In realtà scopri che tutti si fermano a guardare. C’è anche il giapponese di prima che dice sempre “Arikazà”. Ma che cazzo vuol dire? Fateci caso, lo dicono sempre ogni volta che guardano qualcosa..bho!

Le ragazze ti sorridono e ti invitano
Noi ridiamo ed indichiamo.
Non ho trovato il rattuso eccitato, e se c’è si nasconde bene. Anche gli spacciatori “abusivi”, ti chiamano e ti fanno l’occhiolino, non è vero che ti inseguono. Non è pericoloso.

Ma ad essere sincero, tra i sorrisi penso a quelle donne e mi sembra di provare quella sensazione di sentirti come un pomodoro. Per sceglierti ti guardano invece di tastarti. Bionda ok! Tette grandi ok! Aaahhh, brutto culo. No, fammi tastare quest’altra…


Sarà un viaggio tutto mio…
Ecco come sarà

Non sento di essere all’estero. Non provo quella sensazione tipo “cazzo sono ad A’dam!”.
Quello che provo è come quando al lavoro ero off e decidevo di fare un giro a Totnes. Tutto era sempre uguale alla volta precedente, ma mi piaceva quella sensazione di non essere completamente a casa, ma allo stesso tempo, era anche la cosa più vicina.
A volte una foto, magari le cheesy fries al Barrel house e se è venerdì il mercato è un must.
Ad anche qui mi sento così un pò a casa e un pò no, un pò turista è un po’ local people.
Oggi giro in centro…così…perché avevo voglia di fare foto. Domani forse piove, allora c’è un museo che non ancora visto, Van Gogh mi pare si chiami…

martedì 2 dicembre 2008

8 Novembre. Da qui inizia il mio viaggio

Exeter

Il posto migliore dove iniziare un diario di viaggio, non può che essere l’aeroporto.
Forse una volta era più indicato il porto, ma nella nostra era abbiamo bisogno delle ali per muoverci più che le vele.
Quindi eccomi qui in attesa del volo…parto tra mezz’ora, e dal preciso istante in qui mi staccherò da terra, inizierà la mia nuova avventura, qualcosa che desideravo da sempre e mai avevo fatto.
Un viaggio da solo.
Non importava dove, volevo solo godermi ogni istante della vacanza, con i miei ritmi e i miei desideri.
Per anni ho trovato bastoni tra le mie…gambe, e solo oggi riuscirò a realizzare un mio grande sogno.

Un anno fa circa, ho avuto un’illuminazione, mi sono reso conto di qualcosa che era sotto i miei occhi ma che mai avevo focalizzato.
Naomi un giono mi chiese “quel’è il tuo libro preferito?”. Ho passato alcuni minuti cercando il mio libro perfetto, poi ho gridato “l’atlante metodico de agostini!”.
Non c’è nulla da ridere, dico sul serio. Ho passato ore interminabili alla ricerca della nazione più lontana da Lecce, magari con la forma più strana. Mi piaceva fantasticare su cosa avrei trovato in quelle città, chissaà che scatti avrei potuto fare.
La mia bionda, con la solita naturalezza con cui dice le cose, mi risponde “ah già certo, perché a te piace viaggiare”.
Pochi secondi dopo ho iniziato a piangere…di felicità!
Avevo scoperto una cosa di me che già conoscevo nel mio inconscio, ma che mai avevo realizzato a pieno. Che bello.

Adoro viaggiare, accettare tutto ciò che il mondo mi vuole offrire, e mare e spiaggia non mi potrà mai bastare…se voglio questo ho la mia Otranto.
Mi piace sapere i perché delle cose, e non solo criticarle. Voglio conoscere le diverse culture, vedere e fotografare le città, anche la cacarella mi piace. Vuol dire che ho mangiato un piatto strano e scoperto qualcosa di nuovo...si, ma la prossima volta col cazzo che la mangio ancora però!!!

L’aereo è un po’ in ritardo, poco male continuo a scrivere…la tensione sale e mi eccito sempre più. È come quando sei in prima fila pronto per il concerto del tuo gruppo preferito…un attimo sembra eterno, aspetti eccitatissimo di iniziare a saltare e cantare.
I miei piedi sono caldi, pronti a portarmi in giro per il mio nuovo viaggio, il dito freme per scattare mille momenti, la mente è aperta per accogliere nuovi ricordi.
Scalpito, non mi trattengo…hanno chiamato il mio volo, il mio momento.
Si parte!!


Amsterdam

Sono arrivato!
Tutto è andato bene, ho trovato quello che mi serviva, e ora sono in treno per la città.
Negli aeroporti sembra di stare sempre nello stesso posto. Ci sono le stesse regole, gli stessi negozi di souvenir che vendono le stesse magliette portachiavi e cappellini…cambia solo il nome della città.
Si parla solo inglese, e conoscerlo finalmente è un aiuto grandissimo, non ti senti mai da solo, qualsiasi cosa succede puoi sempre trovare qualcuno che ti aiuta.
Adesso posso dire di parlare tre lingue oltre l’italiano. Inglese, francese e spagnolo. Forse non sono una cima in nessuna di queste, ma riesco a comunicare facilmente. Yeah!
Anyway…

Prime impressioni.
Amsterdam è proprio la terra dell’acqua. La lingua è piena di K e W e il suono è decisamente catarroso. Ci sono parole che se non fumi otto canne al giorno non riesci a farle.
Non si capisce nulla ma leggerlo è un pò più semplice, per ora ho capito che si raddoppia la A quando è accentata.
Strada= straat centrale= centraal totale=totaal.
Ne ignoro la pronuncia, lo scoprirò dopo.

Sono arrivato in stazione, vado alla scoperta della città…dio quanto è grande questo canale…chissà come si chiama.


Ore 1.35

Sono nella zona del Leidseplein, sarebbe il centro della “movida” di Amsterdam.
Da Dam square, dove è pieno di turisti, tanta gente e bici ovunque, ma che all’ora di cena si svuota velocemente, sulla strada per il andare verso il Vondelpaark, si passa attraverso il Leidsplein, dove di colpo la vita riparte.
Luci e locali come formiche. Un ristorante su due è italiano. Ci sono tutti, ristorante Bella napoli, o sole mio, Peppino, Mimmo, Ninetta, Vesuvio, La madonnina e ovviamente il Rimini non manca mai. Probabilmente nessuno di questi è gestito da italiani. Più facile trovare cuochi pakistani e indiani che di Avellino.

Queste luci al neon intrecciano le parole scritte in inglese, italiano, arabo, hindi, olandese.
Sei ad A’dam ma puoi andare ovunque nel mondo, basta entrare in un locale.
Mi sono sentito a casa…
La piazza è piena di gente che balla, fuma, canta e i due bulldog sullo sfondo che ci osservano sorridenti.
Ma quello è uno che suona il contrabbasso…al piede ha attaccato un tamburello. Swing anni ’50. E quella coppia che gli balla davanti proprio intorno alle candeline al centro del palco…che meraviglia.
Click! Click! Click!


Sono a metà strada dall’ostello seduto fuori dal pub irlandese Aran, bevo del sidro, una Magners la mia preferita (ma 8 euro cazzo!!), il vento mi alza le pagine della moleskine,mi fa scrivere male.
Sarò solo per otto giorni e non so bene come sarà questa vacanza. Qui nessuno mi conosce nessuno sa chi sono. Potrei essere chiunque, potrei voler essere chiunque.
Uno studente in visita, un fotografo di una rivista naturalistica o perché no, il figlio di uno che ha una catena di ristoranti di caponata take away in sicilia. Chiunque.

Dai, facciamo che per oggi rimango Davide.
Pochi soldi in tasca, una macchina fotografica e un sogno.
Essere libero…libero da tuttti.
…almeno per otto giorni…